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Trama:
Bilbo sta
tranquillamente fumando la sua erba pipa sull'uscio di casa, quando arriva Gandalf, un famoso stregone,
che gli propone di prendere parte ad un'avventura. Lo hobbit esita in un primo
momento di fronte alla proposta dello stregone dicendo che gli hobbit sono
gente tranquilla, non avvezza alle avventure. Tuttavia il giorno dopo fa la conoscenza
di un gruppo di nani cappeggiato da Thorin
Scudodiquercia e 12 suoi congiunti ed amici: Balin, Dwalin, Kili, Fili,
Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur. La faccenda prende una
brutta piega per Bilbo che si ritrova tutti questi ospiti in casa: durante il
banchetto preparato dallo hobbit si scoprirà che lo scopo di quest'avventura è
quello di recuperare un immenso tesoro posto nel cuore della Montagna Solitaria
sorvegliato dal vecchio e feroce drago Smaug che in passato ha
sottratto queste ricchezze ai nani che dimoravano sotto la montagna.
Bilbo decide infine
di accettare e prende parte all'avventura nel ruolo di "scassinatore"
e l'indomani esce di casa a scavezzacollo senza niente in tasca, verso l'ignoto
e con l'amara prospettiva di non fare più ritorno nella sua comoda casa, essendo
l'avventura irta di pericoli: durante il cammino infatti incappano in alcuni Troll, detti anche
Uomini Neri o Vagabondi, i fratelli Berto, Maso e
Guglielmo, che li catturano ma da cui riescono a sfuggire con l'aiuto di
Gandalf, che con uno stratagemma fa in modo che i tre si tramutino in pietra al
sorgere del sole; la compagnia trova nella caverna dei Vagabondi anche le spade
che saranno loro di grande aiuto nel corso delle successive avventure, prese
rispettivamente da Bilbo, da Thorin e da Gandalf.
Il gruppo giunge
così a Forraspaccata,
nell'Ultima Casa Accogliente, dimora di Elrond il mezz'elfo: qui,
studiando la mappa di Thorin, scoprono alcune rune
lunari sulla mappa, simboli particolari che possono essere letti solo
mettendo la mappa in direzione della luna e solo quando questa è in una
determinata fase: queste affermano che "il
buco della serratura sarebbe stato visibile nel giorno di Durin".
Ripartono quindi
diretti alla Montagna solitaria passando per le Montagne Nebbiose:
in una notte di bufera cercano riparo all'interno di una grotta ma mentre
stanno dormendo tutti la parete di roccia si apre e vengono tutti catturati,
eccetto Gandalf, da alcuni orchi. Quando
ormai sembra giunta la fine, arriva un nuovo, tempestivo intervento dello
stregone che, con i suoi poteri, sbaraglia il nemico e permette al gruppo di
fuggire. Nella fuga Bilbo, rimasto separato dal gruppo, fa la conoscenza della
creatura Gollum, al quale
riesce a sottrarre un
magico anello che rende invisibili. Una volta fuori dai cunicoli, temendo
il ritorno degli orchi, si avviano velocemente fuori dal territorio accidentato
delle Montagne Nebbiose, arrivando nei pressi di una folta foresta; giunti
tuttavia in una radura cominciano a sentire numerosi ululati provenienti da
tutte le direzioni: sono i Mannari, lupi che si preparavano ad una riunione.
Immediatamente Gandalf ordina di arrampicarsi sugli alberi, ma l'arrivo degli
orchi, alleati dei lupi, complica tutto: questi esseri malvagi danno fuoco agli
alberi e i nani non riescono a respirare.
Fortunatamente
vengono aiutati dalle Aquile che li
portano vicino al territorio di Beorn:
questi è un uomo temuto da molti, che è in grado di trasformarsi in un orso.
Tuttavia, a discapito dell'opinione comune, Beorn non è affatto malvagio e,
anzi, si rivelerà disponibile e pronto ad aiutarli per attraversare il Bosco Atro: qui però
Gandalf lascia la compagnia dei nani dicendo che deve occuparsi di altre
faccende. Anche l'interno del Bosco si rivelerà pieno di insidie: il cammino è
molto lungo e la compagnia deve sempre seguire un sentiero senza mai deviare,
pena lo smarrimento della giusta via, ma presto finiscono le provviste e,
spinti dalla fame, i nani abbandonano il sentiero; come se non bastasse Bombur
cade vittima di un incantesimo e si addormenta. Il Bosco causa loro moltissimi
miraggi: ad esempio, vedono intere compagnie di Elfi; come si avvicinano a
loro, però, questi spariscono. Ed è durante una di queste visioni che vengono
catturati da alcuni giganteschi ragni. Questa volta è Bilbo a risolvere la
situazione, aiutato dal suo nuovo anello. Ma le disgrazie non finiscono qui:
vengono nuovamente imprigionati, ad eccezione di Bilbo che era invisibile per
effetto dell'anello, dagli Elfi Silvani. Anche in questa circostanza sarà il
piccolo hobbit ad aggiustare le cose: sfruttando il potere dell'anello infatti
libera i nani imprigionati e li fa nascondere all'interno di alcune botti.
Immerse queste nel fiume ed usate come imbarcazioni, i compagni giungono a Pontelagolungo.
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